RP Liguria

La tecnologia CRISPR per curare forme Autosomiche Dominanti di Retinite Pigmentosa

La tecnologia CRISP  (Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats) elaborata e studiata in epoca recente, ha preso avvio nel 2012, ed  è una tecnica che consente di modificare geneticamente qualsiasi cellula umana, come altri tipi di cellule appartenenti ad altro genere (animale, vegetale). Nel mondo dei ricercatori, questa scoperta ha rivoluzionato  i presupposti e le condizioni per poter agire nel modificare il DNA, con lo scopo, nel caso degli umani, di tentare di trovare nuove terapie per curare malattie di origine genetica.

E’ applicando ed elaborando questa tecnica che il gruppo di ricerca della Columbia University, condotto da Stephen H. Tsang, è arrivato ad ottenere sui topi con forma autosomica dominante di Retinite Pigmentosa (RP), esiti estremamente positivi, che sono stati oggetto di pubblicazione sulla rivista OPHALMOLOGY dell’American Academy of Ophalmology (da cui si traggono spunti per redigere questo articolo).

N.d.r. – Stephen H. Tsang, M.D, Ph.D. è un genetista clinico noto in tutto il mondo per i suoi studi nella cura di individui con degenerazioni della retina. Il dott. Tsang si è laureato alla Johns Hopkins University, dove ha iniziato la sua formazione in genetica medica per proseguire, dopo il conseguimento del Ph.D. (Philosophiae Doctor) presso la Columbia University, gli studi con i professori Alan C. Bird e Graham E. Holder sul miglioramento della cura delle persone affette da degenerazione maculare. Attualmente insegna alla Columbia University presso l’Institute for Genomic Medicine (IGM), inoltre è membro dell’American Society of Clinical Investigation. –

Ritornando allo studio, lo stesso ha incluso 2 tipi di modelli di topo knock-in con mutazione umana per la Rodopsina ( Rho), coinvolgendo  un totale di 97  animali, con lo scopo di  sviluppare e testare se la terapia genica messa in atto, che si è avvalsa della tecnica chiamata “ablate e replace”,  risultasse efficiente e idonea  a  superare le difficoltà che si presentano a causa dell’eterogeneità genetica della RP. Ovvero, per comprendere meglio  il concetto: verificare se la tecnica usata è capace di essere efficace indipendentemente dalla posizione in cui sul gene sia avvenuta la mutazione che ha causato di malattia.
Il procedimento  CRISP utilizzato, normalmente si avvale di una sequenza di RNA guida corrispondente al tratto di DNA da sostituire, che viene associata ad un enzima definito Cas9, creando una sorta di “forbice molecolare”  che inserita nel nucleo della cellula permette di tagliare solo il tratto di DNA difettoso e sostituirlo con quello sano. Nel caso specifico il gruppo di ricerca del dott. Tsang,  al fine di rendere più efficace il sistema, ha utilizzato due guide di RNA aumentando così le possibilità di ablazione e sostituzione del gene dal 30% al 90%.
I risultati finali, valutati attraverso gli esami istologici ed elettroretinografici, hanno evidenziato, sui topi trattati con la tecnica “ablate e replace” un rallentamento della degenerazione retinica, cosa non verificata su quelli sottoposti alla sola sostituzione del gene.
La pubblicazione nelle conclusioni riferisce che: “Come prova del concetto, i nostri risultati suggeriscono che la strategia ablazione e sostituzione può migliorare (inteso come rallentare n.d.r.) la progressione della malattia misurata dalla struttura e dalla funzione dei fotorecettori per entrambi i modelli di knock-in della mutazione umana. Questi risultati dimostrano la potenza della strategia ablazione e sostituzione per trattare la RP causata da diverse mutazioni di Rho. Inoltre, poiché il trattamento ablazione e sostituzione è indipendente dalla mutazione, questa strategia può essere utilizzata per trattare un’ampia gamma di malattie dominanti in oftalmologia e in altri campi.”

Anche se la doverosa prudenza nel concludere l’articolo impone di riferire che eventuali rischi potenziali della CRISP/Cas9  (come esempio, la modifica indesiderata di sequenze geniche non causative di malattia) dovranno essere ulteriormente verificate, possiamo dire che un altro passo importante nella terapia genica è stato raggiunto, proprio in quelle forme autosomiche dominanti, che sino ad oggi per i ricercatori, hanno rappresentato le maggiori difficoltà.


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